20 gennaio 2008

UNA GIANO LIRICA


Quando dirigevo il Coro San Carlo di Portomaggiore, nelle serate con orchestra o accompagnamento d'organo, in cui si esibivano anche solisti, una delle cose che dava tranquillità era che il maestro fosse davanti ai solisti, in modo che potessero essere visibili gli attacchi, i colori, ecc. ; quando succedeva che il maestro era dietro o anche solo in linea, l'inquitudine incalzava per la paura di anticipare o ritardare una battuta o di sbagliare un attacco.


La stessa difficoltà capita a chi canta la musica lirica su basi musicali: spesso, infatti, le arie hanno pause più o meno lunghe, la ritmica non è uniforme ma può presentare dei rallentamenti o delle accelerazioni, ed è chiaro che le difficoltà si moltiplicano.

Non è il caso di Elisabetta Gurioli, un soprano che utilizza abitualmente le basi musicali per i suoi concerti.

Ho avuto il piacere di sentirla e conoscerla personalmente oggi pomeriggio, in un concerto organizzato dal Centro LE CONTRADE nella loro Sede, dove il calore degli applausi non compensava però l'acustica e l'aria secca, fattori micidiali per un/a cantante.

In maniera naturale, la cantante ha proposto un repertorio di brani (dal melodramma a brani classico-leggeri),

Una per tutte: iniziare con l'aria verdiana Sempre libera dalla Traviata e proporre al termine del concerto come bis Casta Diva dalla Norma di Vincenzo Bellini con la stessa freschezza di voce, è tutto dire!
Bello il fatto che prima dell'inizio di ogni brano, la cantante abbia speso alcune parole semplici e comprensibili anche dai non addetti ai lavori, per spiegare il contesto del brano che andava ad eseguire.

Ho apprezzato in Elisabetta Gurioli la sua personalità artistica e, nello stesso tempo, la sua semplicità di donna. Trovare insieme le due qualità è difficile in un(a) artista, e questo avviene quando l'artista è conscio delle sue grandi possibilità.

E' stato veramente un pomeriggio delizioso: grazie a tutti "i Ragazzi" del Centro Le Contrade

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