Sono i giorni dei deliri economici, dei sorrisi ricostruiti, dei gesti regalati per ricorrenza.
Sono giorni che ti trascorrono veloci, nei quali tenti goffamente di ricostruire quella serenità che non sei riuscito a costruirti negli altri 364 giorni dell’anno, concentrando gli sforzi per riesumare le abitudini consolidate, che ti giustificano e assolvono.
Sono giorni nei quali cerchi con angoscia nella tua mente l’elenco delle persone che “contano”, che si sono distinte in questo anno, sperando di non dimenticarne qualcuno e stressato dal pensiero di non regalare le stesse cose che hai regalato un anno fa.
Poi c’è l’offerta ai poveri, ma a chi ? Ah si, c'è sempre quell’associazione che ti ha mandato a casa le cartoline natalizie che non osi buttare via ma non spedisci nemmeno, e le metti nel cassetto per l’anno successivo.
Il tutto si conclude alla fine del pranzo di Natale, quando gli invitati tornano a casa e tu affidi al lavastoviglie il compito di sgrassare il servizio nuovo che hai preso fuori per l’occorrenza. Tiri quasi un sospiro di sollievo e per un anno non ci pensi più.
Come fai a dire “Buon Natale” ?
19 dicembre 2007
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