Da oggi mandare a “vaffa..” un vicesindaco non è più punibile (quindi è possibile). La Cassazione ha detto che l’espressione utilizzata per mandare a quel paese qualcuno è diventata ormai 'inflazionata' al punto da aver perso la sua carica ingiuriosa.
In questo modo la V Sezione penale ha assolto con formula piena, "perché il fatto non sussiste", un consigliere comunale di Giulianova, che era stato condannato per ingiuria dalla Corte d'Appello de L'Aquila per aver appunto lanciato un 'vaffa' all'assessore e vicesindaco del suo Comune durante una seduta del Consiglio comunale svoltasi in novembre del '99 (confrontate la data del “fattaccio” e la data della risposta)
Secondo gli ermellini, l'uso troppo frequente, quasi inflazionato di parolacce come il “vaffa…” ha determinato e determina certamente un impoverimento del linguaggio e dell'educazione tanto che lo si può considerare una "maleducata e volgare manifestazione di insofferenza" ma che non può essere punita penalmente, visto che ha il significato di “non infastidirmi”, lasciami in pace, non ti prendo in considerazione, ecc.
Stesso discorso va fatto per una serie di altre espressioni:
'Me ne fotto' - sentenzia la Suprema Corte - in luogo di “Non me ne importa” ;
'E' un gran casino' in luogo di 'E' una situazione disordinata'".
Ma qui arriva il bello : la Corte dice poi che se il “vaffa… “ viene pronunciato nei confronti di un'insegnante che fa un'osservazione o di un vigile che da' una multa esse assumono carattere di spregio". (Ehhh in Italia ci sono ancora categorie protette … ndr)
Discorso diverso, invece, se queste parolacce vengono dette "nel discorso che si svolge tra soggetti in posizone di parità (?) e in risposta a frasi che non postulano, per serietà ed importanza del loro contenuto, manifestazione di specifico rispetto", nota la Cassazione facendo riferimento al caso esaminato dove il 'vaffa' non è altro che una "volgare manifestazione di insofferenza" ma non tale "da offendere l'onore e il decoro dell'interlocutore".
Tiro un sospiro di sollievo: la Cassazione non ha annoverato tra le parolacce il termine “schicion” (accento sulla “o”), usato in un mio post di qualche tempo fa….. Quindi nessuno si deve sentire offeso.
P.S. Nei prossimi giorni elencherò le parole che le opposizioni hanno utilizzato nei miei confronti: devo dire che talvolta preferirei un sano e schietto "vaffa..." , ma di schietto c'è rimasto poco.
19 luglio 2007
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